Friday, July 16, 2010

Monastero Santa Chiara

La comunità delle clarisse era presente a Nocera presumibilmente, già intorno al 1283.
L’antico Monastero, aderiva alla costa della collina di S. Pantaleone. Travolto da una corrente paurosa di acqua e fango, andò completamente distrutto con tutte le suore. Se ne salvarono soltanto due che, nel buio della notte, con la terra che franava, approdarono all’ospizio dei Frati Minori, una chiesetta con pochi locali. I frati cedettero subito l’ospizio alle clarisse e si trasferirono, nel 1287, presso l’attuale convento S. Antonio di Nocera Inferiore. L’oratorio ceduto dai frati, a più riprese, fu ampliato e circondato da una cinta di mura risalente al 1400 per proteggere la clausura delle monache. Fu costruita, in seguito, un’ala nuova del Monastero detta “quarto nuovo” terminata nel 1796 su disegno di Domenico Vaccaro. Con le leggi eversive del 1861 le monache che amministravano i loro beni con l’assistenza del procuratore furono espropriate dei beni che furono incamerati dallo stato liberal-massone. Il governo, per compensare le religiose per l’ingiusta usurpazione dei loro beni, decise di assegnare un sussidio con il quale si concesse una pensione vitalizia a ciascuna religiosa. Il monastero, per il quale in passato erano state spese somme ingenti per la costruzione e manutenzione, era diventato di proprietà dell’Amministrazione del Fondo per il Culto, che lo cedette poi al Comune di Nocera. Nel 1905, le religiose riuscirono a riscattarlo per la somma di Lire 24.000 mettendo fine a quella disagiata posizione giuridica. il 16 novembre 1928 la comunità passava dalla Regola di Urbano 4° alla Regola di S. Chiara d’Assisi approvata da Innocenzo 4° il 9 agosto 1253.